Il nome Concordia riporta nella nostra memoria le drammatiche immagini della nave da crociera naufragata il 13 gennaio del 2012.
Tuttavia “quella” Concordia non è stata l’unica nave italiana con questo nome ad affondare nelle acque del Mediterraneo.
Quasi un secolo prima dell’incidente avvenuto davanti alle coste dell’Isola del Giglio, un’altra Concordia naufragò durante la sua navigazione tra i porti di Genova e Milazzo.
Leggiamo la notizia su due quotidiani nelle loro edizioni di mercoledì 13 Gennaio 1915, lo stesso giorno in cui si verificò il catastrofico terremoto che colpì Avezzano e la Marsica e – esattamente 97 anni dopo – il naufragio del Giglio.
Si tratta di due testate in lingua italiana pubblicate, tuttavia, fuori dalla Penisola e in continenti lontanissimi tra loro.
Il primo articolo appare su La Nuova Italia, giornale con sedi a Roma e Tripoli e articoli scritti anche in arabo.
Sotto il titolo Un piroscafo mercantile naufragato nel Tirreno si può leggere una breve segnalazione che non restituisce tutti le informazioni sull’accaduto, ma ne traccia i principali contorni.
Roma, 13 – La scorsa notte il vapore Concordia proveniente da Genova e diretto a Milazzo, con un carico di novecento tonnellate di grano e recanti a bordo tre passeggeri e 17 marinai, affondò presso la spiaggia in seguito ad un improvviso guasto alla macchina.
Si lamentano tre feriti e tre scomparsi, probabilmente morti in seguito al maltempo che imperversava.
Gli altri riuscivano a salvarsi.
Il secondo articolo viene pubblicato a San Francisco (California) su L’Italia, giornale quotidiano, politico, commerciale che si fregiava del titolo di testata italiana negli Stati Uniti a maggiore diffusione tra gli italiani.
Alla pagina “Cronaca delle città italiane dalle Alpi alla Sicilia” si legge, nella sezione “Italia Centrale” una cronaca maggiormente dettagliata sotto il titolo: Piroscafo della “Marittima” di Genova naufragato.
Luogo e data della cronaca collocherebbero l’incidente nella notte del 10 gennaio, 20 km al largo di Ostia. L’imbarcazione della “Compagnia Marittima” di Genova era al comando del capitano Rosario Foti e pare sia stato costretto a fermarsi per un improvviso guasto ai motori nel pieno di una tempesta che – riportano i superstiti – così furiosa da molti anni non aveva sconvolto il liquido elemento.
Sono proprio le gigantesche onde rovesciatesi sulla “Concordia” a causare il suo affondamento dopo che il capitano Foti, con l’energia più disperata aveva diretto le opere di salvataggio facendo mettere in acqua le scialuppe.
Difficoltoso sarà anche l’approdo verso la rada di Ostia.
Concordi le due cronache sul carico della nave, grano forse diretto ai nostri Molini, e sul numero dei presenti a bordo. Diverso il computo dei dispersi: L’Italia ne conta 5. Mancavano, infatti, all’appello il capo-macchina, un fuochista e tre marinai.
Quello stesso giorno, la Stampa di Torino dava la notizia della presunta scomparsa di due piroscafi italiani in Adriatico, anch’essi carichi di grano, probabilmente catturati dalla Marina Austrica e dirottati oltre confine nel porto di Trieste. Imperversava la Prima Guerra Mondiale a cui l’Italia prese parte tre mesi dopo l’affondamento “dell’altra Concordia”.