Notizie contraddittorie sono apparse recentemente sulla stampa in merito a un protocollo d’intesa riguardante l’area ad est della vecchia Stazione Ferroviaria:
· il 25 settembre viene pubblicata la notizia di un Protocollo d’Intesa per la realizzazione del Polo Urbano di sviluppo “HUB Milazzo” sottoscritto al Centro Mercantile tra il Centro Mercantile stesso, l’Autorità Portuale di Messina-Milazzo, il Comune di Milazzo ed il Gruppo Caronte & Tourist S.p.A.;
· il 26 settembre il Sindaco smentisce dichiarando di non aver firmato alcun protocollo che preveda aree di stoccaggio e movimentazione di tir nell’area ex Montecatini, di non conoscere il progetto di questo fantomatico “Hub Milazzo”. Dichiara inoltre che non condivide il tipo di modello di sviluppo prospettato e che Milazzo non sarà mai terra di Tir.
Vogliamo ricordare che su quell’area, negli anni novanta, su iniziativa della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali fu posto un vincolo architettonico ed etno-antropologico. Il provvedimento fu assunto a seguito dell’iniziativa della sezione milazzese di Italia Nostra e del prof. Girolamo Bambara che ne era presidente.
A seguito di quel provvedimento fu impedita l’edificazione e si dispose che i manufatti di archeologia industriale dovessero essere tutelati per il valore storico che rappresentavano, nonostante l’area fosse stata acquistata da privati.
A pochi mesi dalla scadenza dell’Autorità Portuale di Messina-Milazzo e dall’ accorpamento con Gioia Tauro imposto dal Governo nazionale, assistiamo ad una forzatura della quale non sono chiari i contorni e che potrebbe contenere la riproposizione del collegamento con Gioia Tauro o altro porto tirrenico con l’afflusso del traffico gommato nel il centro urbano.
Prendiamo atto della smentita del Sindaco, ma non basta: chiediamo un atto di maggiore coraggio e orgoglio civico: si faccia decadere anche ogni precedente accordo/convenzione con la proprietà e si dia vita ad un progetto per la realizzazione di un grande Parco Verde Urbano che, a differenza della cosiddetta ”rottura del carico” nel Centro Mercantile e di ”imbarco del gommato” (leggasi TIR) sulla banchina XX luglio, sia compatibile con le attività turistiche.
Riacquisire l’area ex Montecatini, oggi abbandonata dai proprietari e degradata, e valorizzarla attraverso il recupero e la rifunzionalizzazione dei manufatti (com’è avvenuto al Lingotto di Torino, all’area di Bagnoli a Napoli, al Vecchio Macello di Roma) non è un’utopia: è compito degli amministratori reperire risorse e idee nell’interesse della collettività.
Un Parco Urbano sarebbe naturale barriera tra la Città e gli insediamenti industriali e, insieme al recupero della vecchia Stazione Ferroviaria in disuso, valorizzerebbe i manufatti industriali e ferroviari preservandone l’integrità e adattandoli ad usi compatibili (cinema, aree museali e per esposizioni, laboratori scientifici e strutture per la propagazione delle specie di interesse florovivaistico della Piana).
Era il progetto originario dei ”Giardini di Federico” che precedenti Amministrazioni Comunali avevano fatto proprie e che torna ad essere più che mai attuale a fronte dei gravi problemi d’inquinamento ambientale.
Questo sì, sarebbe un orgoglioso salto di qualità.
Milazzo, 27 settembre 2017