Evidentemente avevamo ragione nel dire che la presenza agli inizi dell’800 di un numeroso Contingente militare non poteva determinare la presenza dei soli scheletri trovati precedentemente: ben altra doveva essere la dimensione del Cimitero Inglese che va tutelato e conservato per la sua valenza storica.
Inoltre siamo fortemente preoccupati per l’azione di un martello demolitore ad aria compressa contro le “fondamenta rocciose” del Complesso Monumentale, azione che potrebbe compromettere irrimediabilmente la stabilità del poderoso Bastione dell’Isola.
Non siamo pregiudizialmente contrari alla realizzazione di opere pubbliche, ma quel progetto confligge con il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (legge Urbani) che prevede di “evitare che sia messa in pericolo l’integrità dei beni culturali immobili, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce”.
E confligge anche con il vincolo di tutela monumentale istituito con Decreto Ministeriale 26 aprile 1966, anche se non riportato nelle carte catastali ma richiamato nel vigente Piano Regolatore Generale quale Zona A1, normata dall’art. 35 delle Norme di Attuazione fino alle vie Papa Giovanni XXIII e Trincera e citato nel parere tecnico allegato al progetto.
Per questo continuiamo a ripetere che l’opera è inutile perché non risolve il problema dell’accesso ai portatori di handicap, sbagliata e dannosa perché spreca denaro pubblico e determina danni irreversibili alla Città Fortificata.
Al di là di informazioni inesatte e di toni non appropriati, non può essere più inascoltato l’appello di Associazioni e Cittadini che chiedono rispetto per la maggiore espressione del Patrimonio Culturale della Città.
Milazzo, 14 maggio 2025