Lasciare la propria terra ha sempre significato tagliare qualcuna delle radici che ci tengono intimamente legati ad essa. Non tutte però.
La fede e la tradizione popolare possono rappresentare spesso alcune delle radici che sopravvivono, anche quando è un Oceano a misurare la distanza dalle proprie origini.
San Francesco di Paola, la cui devozione a Milazzo unisce da secoli Fede e Cultura Popolare, ha sempre avuto la capacità di annullare quelle distanze.
In occasione del 4° Centenario, che si sarebbe celebrato nell’aprile del 1907, la comunità milazzese di Midletown (Connecticut, USA) organizza una raccolta fondi per non far mancare il proprio contributo.
Su “La Tribuna del Connecticut”, quotidiano in lingua italiana, tra le cronache del 23 marzo 1907 da Midletown, sotto la firma Puglisi, si legge la breve segnalazione “I Milazzesi per il loro Protettore”.
La presenza milazzese nella cittadina doveva essere notevole, soprattutto tra i businessmen – come si legge in una ricerca del 1984 “ITALIANS IN MIDLETOWN, 1893-1932: THE FORMATION OF AN ETHNIC COMMUNITY”.
Più curioso è quanto accaduto nel 1909, a pochi mesi dal tremendo terremoto di Messina che- tuttavia – non fermò le tradizionali celebrazioni per il Santo.
Questa volta è la “Stampa” di Torino a raccontare il 27 aprile “Lo scoppio di un petardo a Milazzo”.
È la sera di domenica 25 aprile e “(…) durante una festa in onore di San Francesco a Milazzo, scoppiò un petardo che colpì una finestra della chiesa. La caduta del vetro generò un gran panico tra i fedeli che gremivano la chiesa in attesa del ritorno della processione e che credettero ad una scossa di terremoto”.
L’impatto dello scoppio porta i fedeli in preghiera all’interno del Santuario ad uscire, scontrandosi – prosegue la cronaca – con quelli che stavano per entrare.
Il bilancio riportato nell’articolo è di dieci feriti, di cui quattro in gravi condizioni, tra i quali una signorina di Messina, che era per caso a Milazzo e che – scampata al sisma – dopo l’incidente del petardo era quasi moribonda.