Sabato 17 dicembre, la sezione milazzese di Italia Nostra ha organizzato a Palazzo D’Amico di Milazzo un incontro sul tema ”La Fiumara del Mela, dall’emergenza alla tutela del territorio”.
Lo scopo che ci siamo proposti era quello di contribuire alla conoscenza delle criticità presenti nell’alveo del Mela, delle cause e dei sistemi di mitigazione del rischio attraverso un’informazione dettagliata a poco più di un anno dall’ultima tracimazione che ha colpito soprattutto gli abitati delle contrade di Bastione di Milazzo e di Caldà di Barcellona P.G.
Qui vogliamo riportare una breve sintesi degli interventi e soprattutto degli approfondimenti e delle proposte espresse dagli esperti, approfondimenti e proposte che mettiamo a disposizione delle Istituzioni e dei soggetti preposti alla tutela del territorio.
Nella qualità di presidente della sezione di Milazzo ho aperto i lavori ricordando come il risanamento sia la “grande opera” veramente necessaria al Paese e sottolineando la natura dell’ecosistema del Mela: fragile, trascurato (argini interrotti, fondo sollevato di diversi metri, coltivazioni dentro l’alveo), violentato da interventi dell’uomo (piloni di ponti ferroviari, stradali ed autostradali, gomiti e restringimenti).
Sono seguiti poi proiezioni di filmati e di foto, gli interventi dei sindaci di Milazzo, di Barcellona P.G. e di S.Lucia del Mela, l’illustrazione del progetto che il Genio Civile porterà in Conferenza dei Servizi.
Stefano Maio, presidente del Comitato alluvionati di Bastione: ”IL RACCONTO DELL’ESONDAZIONE”
Il responsabile del Comitato ha denunziato i forti ritardi nell’intervento iniziato solo nello scorso novembre dopo oltre un anno dall’esondazione nonostante lo stanziamento di 700 mila euro per l’emergenza.
Nessuna notizia degli indennizzi alla popolazione mentre decine di abitazioni, le coltivazioni ed un’officina hanno subito seri danni, le strade sono state invase dal fango, il ponte sul litorale è seriamente danneggiato.
”E’ convincimento del Comitato, ha poi detto, voler attuare tutte le iniziative per avere certezza che l’alveo del Mela venga messo in sicurezza con la pulizia del greto e la ricostruzione del muro d’argine caduto nel 1971 !”
Cono Terranova, architetto, esponente di Italia Nostra Milazzo: ”storie di un fiume deviato”
Ha innanzitutto illustrato la deviazione della fiumara effettuata da Federico III d’Aragona nel XIV secolo, in località San Cristoforo, all’altezza del cimitero di San Filippo del Mela, deviazione che, forzandone il corso, ha determinato la peculiarità di questa fiumara rispetto alle altre dell’appennino calabro-siculo. Da allora numerose e frequenti sono state le esondazioni con danni a persone e cose, e gli interventi anche a parziale ripristino dell’antica biforcazione, o di ritorno alla sua attuale deviazione.
Naturalmente i corsi d'acqua sono portati a riprendersi, quando necessario, lo spazio naturale con conseguenze che poi vengono raccontate e documentate nei telegiornali, nei quotidiani, nei social etc .
Tra le cause delle recenti esondazioni anche la scomparsa dei boschi (deforestazione), le cave, la mancata manutenzione degli argini e poi gli interramenti, le aree rubate al naturale decorso dell'acqua, la sovrapposizioni di infrastrutture, coltivazioni abusive o addirittura concesse, costruzioni abusive ma anche autorizzate, insediamenti produttivi scriteriati, discariche qua e la'. Il tutto condito da incuria e abbandono pressoché totali.
Le esondazioni della fiumara sono il frutto della concomitanza di una natura violentata e di errori strategici da parte dell’uomo. Ma la memoria corta non scoraggia dal proseguire sulla strada dell'avventura (o sventura) con progetti devastanti come quello dell’ ”Aeroporto del Mela” In realtà, visto il lay-out, si tratta di ”Aeroporto NEL Mela” con inevitabili decine di nuovi piloni dentro il greto.
Ogni commento è superfluo: inevitabilmente sarebbe un’ulteriore ”diga” per il torrente.
Davide Gori, dottore in geologia: ”LE CRITICITA’ DELL’ALTO ALVEO”
Prende in considerazione le principali criticità geologiche ed “idrauliche” della parte medio-alta dell’alveo e del bacino idrografico del Torrente Mela.
L’area analizzata ossia la zona di confluenza del Torrente Gilormella e della Fiumara di Santa Lucia è da prendere come esempio generale e le criticità si possono “estendere” anche risalendo verso i punti più alti del bacino idrografico.
L’analisi della Carta dei dissesti N° 5 pubblicata nel Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.), Bacino Idrografico del Torrente Mela (007), Regione Siciliana, Assessorato Territorio ed Ambiente, delle immagini da satellite e dei dati/foto ricavati dal survey di campo lungo l’alveo, hanno evidenziato il pessimo ”status ambientale” della parte alta dell’alveo del torrente Mela.
Gli alvei principali e secondari sono “minacciati” da estesi fenomeni franosi (attivi e quiescenti) prevalentemente di 3 tipologie ossia crollo, colamento rapido ed erosione accelerata.
Tali criticità dovrebbero essere messe in sicurezza così da NON compromettere od alterare, scendendo nell’alveo insieme a depositi di legname, il flusso idrico della fiumara mediante strozzature o “dighe” che rompendosi potrebbero generare pericolosissime onde di piena (flash flood) NON prevedibili o temporizzabili.
Indica poi una serie di interventi operativi (in gran parte già presenti nel P.A.I.) che dovranno chiaramente superare una “verifica di fattibilità” oltre ad avere un’adeguata copertura economica:
• opere di controllo dell’erosione (es. rivestimenti antierosivi biodegradabili) e di stabilizzazione (es. viminate e palizzate vive) superficiale dei versanti;
• opere di sostegno (es. ancoraggi), di difesa massi (es. reti) e di drenaggio (es. trincee) dei versanti;
• opere di sistemazione fluviale quali:
Ø controllo del trasporto solido (es. rimozione briglie demolite e realizzazione di nuove dopo adeguato studio sul trasporto solido);
Ø difesa dall’erosione (es. gabbionate);
Ø riduzione della portata (es. studio per realizzazione di una cassa d’espansione da ubicare in zona Femminamorta).
Roberto Iraci, geologo: ”CRITICITA’ IDRAULICHE E MITIGAZIONE DEL RISCHIO”
Il Mela è una fiumara, un corso d’acqua ad elevato angolo di inclinazione, a carattere idraulico spiccatamente torrentizio, ma con un ampio alveo ciottoloso e sabbioso che tende a occupare l’intero fondo valle. L’inclinazione tende a diminuire nella parte medio-bassa del bacino provocando la tendenza al sovralluvionamento; con tempi di corrivazione (tempo necessario perché l’acqua caduta nella zona montana raggiunga una determinata sezione del corso d’acqua a valle particolarmente brevi.
Il tempo di corrivazione del Mela, dalle sorgenti alla foce, è di circa 3 ore e 30 minuti.
I fenomeni di piena più comuni si formano per la trasformazione delle precipitazioni meteoriche in deflussi superficiali. Grande importanza nello studio della piena fluviale riveste non la quantità di precipitazione assoluta, ma quanta ne cade in un determinato lasso di tempo.
Le precipitazioni e soprattutto i nubifragi dovrebbero essere rilevati dai pluviometri, se fossero presenti
nel bacino imbrifero.
I principali punti critici nel tratto terminale della fiumara sono l’attraversamento ferroviario, l’assenza di muro d’argine in destra idraulica tra il tracciato ferroviario e l’abitato di Bastione, gli Insediamenti abitativi in sinistra idraulica all’interno della fascia di sicurezza, l’Interramento delle fasce di sicurezza. Proprio opere moderne come i ponti ferroviari o quello della litoranea hanno messo in crisi idraulica l’asta fluviale.
Quali interventi mettere in campo per mitigare il rischio alluvionale?
Proposte e spunti
• E’ urgente una risagomatura dell’intero tratto terminale del Mela con un intervento che ripristini la capacità di portata del canale e renda efficienti tutti gli ambiti di laminazione della portata di piena;
• Sarebbe immensamente utile, anche ai fini di protezione civile, la messa in opera di una stazione pluviometrica in telemisura localizzata in prossimità dello spartiacque peloritano o comunque nella zona interna, in modo da avere un dato obiettivo e certo dell’attivazione di fenomeni temporaleschi di tipo autorigenerante e conoscere in tempo reale l’intensità precipitazione.
In conclusione sintetizziamo le indicazioni di priorità fatte proprie da Italia Nostra:
Ø rimozione briglie demolite e realizzazione di nuove, gabbionate e reti nelle zone di erosione, realizzazione delle casse d’espansione a Femminamorta e a monte del ponte ferroviario,
Ø ricostruzione degli argini, rimozione di ogni insediamento al loro interno,
Ø realizzazione di una stazione pluviometrica a ”Posto Leoni”,
Ø abbandono di ogni progetto ulteriormente invasivo nel greto del torrente come il famigerato AEROPORTO DEL MELA, opera costosa, inutile nell’economia del trasporto aereo ed assai pericolosa per le ragioni sopra esposte.
Milazzo, 20 dicembre 2016