Apprendiamo dalla stampa dell’incarico conferito dall’Amministrazione Comunale “per la costruzione di una nuova struttura modulare per spettacoli nell’area ad ovest del Duomo antico del Castello”, sotto la cinta muraria aragonese.
Non possiamo esimerci dall’esprimere preoccupazione perché si continua a percorrere una strada sbagliata, irrispettosa del valore e dell’importanza che la Città Murata riveste per la nostra comunità.
Italia Nostra ricorda che non di solo Castello si tratta, ma di una “Città” che, oltre a comprendere il Mastio e le cinte murarie, è stata sede di vita civile, politica e religiosa.
Chiede quindi che si receda da un progetto incompatibile con la natura di un luogo denso di storia, ma anche fragile e da tutelare, a partire dal Duomo Antico che potrebbe esserne danneggiato, date le sue caratteristiche costruttive.
Ancora di più ci preoccupa il progetto di aprire –secondo quanto riferisce la stampa- un nuovo accesso ed una biglietteria (!) nel secentesco Rivellino di S. Giovanni (ignorando tutti i problemi di agibilità, oltre che di rispetto dell’immagine e del valore storico dei manufatti), bypassando le storiche porte della Città: si pensi piuttosto a mettere in sicurezza la Porta di S. Maria e a renderne agevole per tutti l’accesso, e ad aprire la Porta dell’Isola, come ripetutamente richiesto da Italia Nostra.
Ribadiamo che è stato un errore non aver provveduto alla rimozione della fatiscente struttura teatrale che ingombra un’area di particolare interesse archeologico e deturpa l’immagine della Città Murata, ed aver ospitato all’interno della Cinta Spagnola manifestazioni incompatibili con la dignità del luogo come la “Festa della Birra”, la “Notte Rosa” o inopportune manifestazioni con finalità commerciali.
Nel contempo chiediamo che si abbandoni definitivamente il progetto per la realizzazione di un mega-teatro da 2.500 posti nell’area in cui sorgeva l’antichissima chiesa dell’Annunziata, progetto che comporterebbe la definita copertura delle vestigia lì giacenti e la costruzione di muraglioni proprio a ridosso della scarpata prospiciente la Porticella.
Certamente la Città Murata può ospitare convegni, eventi culturali,, recital musicali e teatrali, purché siano di dimensioni più contenute e compatibili con la sua storia e la sua natura. Si pensi piuttosto ad utilizzare a questo scopo la Corte del Mastio, il Duomo Antico, l’ex Monastero delle Benedettine, il cosiddetto terrapieno Zirilli, i locali nel Bastione di S. Maria, i suoi spalti e quelli del Bastione dell’Isola, fermo restando che altre zone della Città sono più adatte agli spettacoli.
La messa in sicurezza di tutta l’area, la realizzazione di aree museali, la ripresa degli scavi della Città Murata, la messa in opera dei tracciati che dalle porte andavano al Mastio, il ripristino del collegamento alla base della Cinta Spagnola tra le porte di S. Maria e dell’ Isola, il percorso sui bastioni della Cinta Spagnola, il recupero della Mola sul terrapieno di ponente e la valorizzazione delle sue essenze botaniche mediterranee, l’individuazione della Giudecca e del primo ospedale cittadino, il recupero e la visitabilità dei bastioni lla Cinta Aragonese, etc. sono gli obiettivi su cui puntare, insieme alla programmazione di eventi compatibili, per la piena valorizzazione della Cittadella.
Per queste ragioni proponiamo si dia vita ad una “Conferenza sulla Città Murata” con Regione, Soprintendenza e Associazioni culturali e coinvolgendo la cittadinanza.
Sarà l’occasione per ribadire ancora una volta che il monumento più importante di Milazzo “non è un vuoto da riempire, ma un pieno da valorizzare” (per usare un’espressione del fondatore della sezione di Milazzo di Italia Nostra, Stefano D’Amico), un tesoro culturale unico il cui “uso” dev’essere consono alla sua identità e dignità e che solo così potrà essere volano per un “turismo di qualità” che produca sviluppo e occupazione.
Milazzo, 9 gennaio 2016